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Marco LippiPolitica |
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COMUNE DI ROMA Wow! Mercedes! (13-10-204) Ancora su Pippo Chennedi e i baracconi (18-10-2004) La politica dei baracconi (23-9-2004) Il sito www.metroroma.it (23-3-2004)
Il doppio sistema di bigliettazione nell'azienda dei trasporti romana a cavallo del terzo millennio (3-2-2004) Naturalmente nessuno muore per una macchinetta che non va. I cittadini si fanno due risate, come quando l'altoparlante annuncia la fermata a Termini del 714 mentre viaggiamo nella direzione opposta e stiamo per arrivare al Brancaccio; oppure tirano accidenti. Pero' sarebbe interessante sapere quanti soldi sono stati buttati nel progetto della nuova bigliettazione, nei pannelli che non annunciano i treni, nel software degli autobus, installato e subito buttato via; non devono essere due lire. Sapere chi e' responsabile di queste piccole catastrofi. Sarebbe bello vedere un manifesto, stesse dimensioni di quello che diceva "Roma all'avanguardia del sistema di bigliettazione", in cui si chiede scusa agli utenti, ai cittadini, si spiega quello che e' successo, quando i problemi verranno risolti, in che modo. |
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UNIVERSITA' E RICERCA Top
Giornalismo e Ricerca (4-7-2004) Sul Venerdi' della Repubblica del 2-7-2004 il giornalista Curzio Maltese pubblica un articolo dal titolo "E' ora di fare largo ai giovani". Deplorando la "gerontocrazia italiana" , scrive, tra l'altro: "Il vero disastro si tocca in settori dove l'innovazione e' piu' importante, decisiva, come l'universita', la ricerca, il mondo della scienza. I giovani di talento emigrano per molti motivi, ma il principale e' che in Italia fanno carriera soltanto i portaborse, chi omaggia i baroni, in definitiva chi non ha talento. L'antimeritocrazia sta sfasciando l'intero sistema e al resto ci pensa il ministro Letizia Moratti, con la brillante idea di abolire di fatto la figura del ricercatore" . Ora, cio' che il progetto Moratti vorrebbe abolire e' la possibilita' che a persone molto giovani, che ancora non hanno acquisito meriti particolari nella ricerca, venga concesso un posto di ruolo, dal quale non possono mai piu' essere rimossi, anche se non fanno piu' niente per tutta la vita. Il progetto Moratti merita critiche, ma la abolizione del ruolo di ricercatore e l'istituzione di contratti quinquennali rinnovabili (una volta), alla fine dei quali sia anche possibile allontanare dalla carriera universitaria chi si e' rivelato incapace, e' proprio una buona idea. E va nella direzione opposta rispetto all'antimeritocrazia. Semmai, come alcuni hanno sostenuto, dieci anni di "prova" sono troppi. Ma, a leggere l'articolo, sembra che il ragionamento di Maltese sia basato sull'idea che i ricercatori sono "coloro che fanno ricerca", come dice la parola, e quindi abolirli significa abolire la ricerca. Spesso penso che "Il vero disastro si tocca nel giornalismo italiano". |
Ancora sulla legge Moratti (20-2-2004)
C'est à cause de ... que nombre de jeunes gens optèrent depuis un demi-siècle pour la carrière scientifique. Il en advint autant de ratés qu'à la sortie du Conservatoire. |
Avrete letto su La Repubblica del 18 Febbraio l'articolo "Precari a vita", di Luciano Gallino. E' un severo atto d'accusa verso la proposta di riforma Moratti. Tra l'altro, Gallino dice che la legge offre ai giovani che pensassero di dedicarsi alla carriera universitaria "un periodo di precariato che puo' protrarsi per ventidue anni e passa". Seguiamo i passaggi insieme a Gallino.
E' impressionante la mentalita' che si rivela in questo articolo (mentalita' di Gallino intendo). Quello che Gallino descrive e' una persona completamente inadatta agli studi universitari. Giuseppe Neri e' riuscito, nel corso della sua carriera, a farsi bocciare due volte nelle valutazioni di conferma (come associato e come professore di prima fascia), quelle in cui passano tutti. E nessuno, durante quei ventidue anni, soprattutto nei primi dieci, gli ha detto: Dott. Neri, perche' non cambia mestiere, lei evidentemente non e' portato per la ricerca. Paradossalmente, l'Universita' continua a pagarle uno stipendio perche' lei continui a mettere insieme lavori che non valgono niente, al fine di farsi dare un posto di ruolo. E' vero che lei svolge attivita' didattica, ma anche un bravo ricercatore, messo al suo posto, la farebbe, certamente meglio di lei. E' probabile che per colpa sua un giovane capace, proprio in questo momento, stia decidendo di restare all'estero. Lei, Neri, non ha interesse per la ricerca. Ha scelto l'Universita' perche', a dispetto di una paga piuttosto modesta, si lavora poco, si gode di un certo prestigio, la competizione e' debole; e se uno si industria si puo' viaggiare gratis. Ma tutto cio' Gallino non lo sa. E' sconvolto dal profilo di carriera del povero Neri, "a paragone del quale il Processo di Kafka e' una lieta scampagnata". E continua a raccontare la storia di docenti che, e' vero, "in rapporto al loro numero complessivo ... fanno da tempo poca ricerca sia in ambito scientifico che in ambito umanistico", ma la colpa e' dell'insufficienza di fondi e del tempo che debbono dedicare alla didattica. Professor Gallino, i professori universitari italiani non fanno ricerca perche' non la sanno fare. In grandissima parte sono stati asssunti, senza alcun controllo sulla loro capacita' scientifica, quando la dimensione dell'Universita' esplose negli anni '70. Moltissimi sono poi diventati di ruolo piu' o meno ope legis. I piu' intraprendenti, non avendo niente da fare di scientifico, fanno politica universitaria a tempo pieno. E comandano nelle Facolta', negli Atenei, nei concorsi. La proposta Moratti non e' da criticare per l'intenzione di introdurre controlli piu' severi sulla carriera. Il difetto e' che non stabilisce premi e punizioni tali da indurre i Dipartimenti, le Facolta' e gli Atenei ad essere severi. In mancanza di cio' Gallino puo' stare tranquillo, tutto restera' come prima. [Vedi anche qui sotto Moratti (28-1-2004)]
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Il Vaticano e la Societa' Italiana degli Economisti (1-2-2004) Alla fine degli anni '80 gli studenti protestarono in molte universita' contro un progetto di legge presentato dal ministro Ruberti. Il movimento fu chiamato "la pantera", con riferimento ad una vera pantera che in quel periodo era, mi pare, scappata da uno zoo e non si trovava, con conseguente spavento della popolazione. Il mio articolo fu pubblicato su L'Unita', con molti tagli. Mi sembra ancora attuale, sia per quel che dice dei professori universitari, che per alcune osservazioni sulla sinistra accademica. [ Scarica il testo in formato PDF] Al Magnifico Rettore (29-1-2004) Moratti (28-1-2004)
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Ancora a proposito di militanza politica (2-9-2005) Mia madre e il Referendum (14-6-2005)
Dialettica di Alberto Sordi (26-2-2004)
Viaggio nei territori occupati e in Israele (7-2-2004) |
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LA SAPIENZA Top
SEMPRE PIU' ORLANDI (13-12-2004)
Asor Rosa, De Mauro e l'8 Marzo (17-3-2004)
uniroma1.it: il collasso finale. (24-2-2004)
uniroma1.it: il doppio server (15-2-2004) 1. Nei programmi che tutti adoperano per leggere la posta (Eudora, Outlook Express, ecc.) c'e' un'opzione che comanda la cancellazione della posta sul server. Ma questa non funziona. Noi riceviamo lo stesso messaggio due, tre, anche dieci volte. 2. Quando siamo fuori o a casa molti di noi usano Webmail. Capita spesso che un messaggio, visto mediante Webmail alle 14, sia sparito alle 15, ricomparso alle 17 insieme a tre messaggi che avevamo eliminato. Sparito di nuovo successivamente. La mattina dopo in Dipartimento scarichiamo la posta e quel messaggio non c'e', arriva dopo un giorno, e sono gia' due dalla sua prima apparizione. Alcuni sostengono di avere perduto dei messaggi, cioe' averli visti con Webmail una volta e poi mai piu'. 3. Abbastanza spesso il sistema sembra impazzito. Ho ricevuto un messaggio firmato "Elena", che non mi riguardava, un'ottantina di volte. Ricevo recentemente una quantita' di E-mail in cui mi si avvisa che un certo messaggio, da me spedito, non e' stato recapitato per un errore nell'indirizzo: ma io non ho mai mandato quel messaggio, non conosco quell'indirizzo, ne' la persona a cui corrisponde. 4. Tutto questo dura da mesi. Una volta, esasperato da un messaggio che vedevo mediante Webmail e non riuscivo a cancellare, ho telefonato e raccontato le cose che qui sopra ho elencato. La persona che mi ha risposto, molto gentile, mi ha spiegato che e' stato introdotto un secondo server, per evitare che un problema al primo lasci l'intero Ateneo senza posta elettronica. Pero', mi ha detto, ci sono delle difficolta' di coordinamento tra i due server, ecco perche' le E-mail appaiono, scompaiono, arrivano molte volte, ecc. Mi ha detto anche che erano state individuate alcune "problematiche" e che ci stavano lavorando. Gentile, come ho gia' detto, mi ha poi liberato del messaggio che non se ne andava. La posta elettronica ha ormai assunto un'importanza enorme nelle comunicazioni tra studiosi, tra studiosi e riviste, case editrici, tra doocenti e studenti, laureandi, segreterie, ecc. Per fare un esempio, presso certe riviste scientifiche le bozze vengono spedite per posta elettronica e debbono essere restituite corrette con lo stesso mezzo. Due questioni. Perche' La Sapienza non assume personale tecnico e dirigente in grado di assicurare il servizio? La seconda e': perche' i docenti non protestano. Alla prima domanda non so rispondere. Per la seconda si puo' fare un tentativo. Forse tutti coloro che usano davvero la posta elettronica si sono gia' spostati sui molti servizi gratuiti o semigratuiti che sono disponibili nella rete Internet (e' quello che ho fatto io recentemente). Quelli che invece usano UNIROMA1.IT come unico servizio evidentemente non hanno veramente bisogno della posta elettronica. Io credo che si risparmierebbero soldi a chiudere UNIROMA1.IT, senza danni rilevanti. Il mega-ateneo romano (4-2-2004) 1. Quando comincia un esame lo studente firma un verbale. Alla fine, se e' promosso sul verbale si scrive il voto, altrimenti si scrive "respinto". 2. Un esame puo' essere ripetuto non piu' di due volte. Alla seconda bocciatura lo studente esce dal corso di studi. 3. Gli esami si fanno alla fine del corso, e sono ripetibili entro l'anno accademico. Fa eccezione il caso in cui tutti gli esami dell'anno siano siano stati superati meno uno; questo potra' essere dato nell'anno accademico successivo. 4. Gli studenti che non danno esami per un anno accademico (a meno di cause dimostrate di forza maggiore) escono dal corso di studi. 5. Gli studenti attualmente fuoricorso sono convocati per concordare un piano di esami, coerente con quanto stabilito nei punti precedenti. Insomma, i 150.000 studenti sono in gran parte fittizi: la verita' e' che mancano filtri che regolino l'accesso all'universita', e mancano regole che limitino il corso universitario entro un tempo ragionevole. Norme come quelle abbozzate sopra non mi sembrano contenere alcuna violazione dei diritti umani, non differiscono molto dallo standard dei principali paesi europei, e ridurrebbero La Sapienza a dimensioni accettabili in pochi anni.
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